
Il fisico e studioso di cultura orientale F. Capra, avvalendosi delle teorie di Toynbee, individua la genesi di una civiltà in un modello di interazione che chiama " sfida e risposta".
"Una sfida da parte dell'ambiente naturale e sociale provoca in una società. o in un gruppo sociale, una risposta creativa [...], la civiltà continua a crescere finchè la sua risposta positiva alla sfida iniziale genera un impeto culturale che trasporta la società al di là di uno stato di equilibrio, sino a raggiungere uno squilibrio per eccesso che si presenta come una nuova sfida". Questo comporta una nuova risposta creatrice, una nuova crescita e il conseguente squilibrio. Ai giorni nostri "benchè la corrente culturale principale si sia irrigidita aderendo a idee fisse e a modelli di comportamento stereotipati, sulla scena appariranno minoranze creative, le quali continueranno il processo di sfida e risposta". Questo processo evolutivo porterà delle traslazioni e la prima e più importante di queste è il declino del patriarcato.
"Il potere del patriarcato ha influenzato la nostre idee più fondamentali sulla natura dell'uomo, il linguaggio patriarcale usa forme linguistiche maschili per riferirsi insieme all'uomo e alla donna e le leggi del patriarcato furono accettate così universalmente da apparire leggi di natura".
Secondo la filosofia e la scienza cinese, l'ordine naturale è un ordine di equilibrio fra yin e yang, essa infatti afferma che "quando lo yang raggiunge il suo massimo, si ritrae in favore dello yin, quando lo yin raggiunge il suo massimo, si ritrae in favore dello yang."
Secondo la concezione cinese dunque "la personalità di ciascun individuo di sesso maschile o femminile, non è un'entità statica ma un fenomeno dinamico risultante dall'interazione fra elementi maschili e femminili"; tuttavia la sfera femminile e quella maschile sono diverse poichè la prima appartiene allo yin e la seconda allo yang.
Il pensiero yin è intuitivo e si fonda sull'esperienza diretta della realtà mentre quello yang è razionale, lineare e analitico.
Di questi due aspetti non ne esiete uno dannoso ma dannoso è lo squilibrio fra essi. Tuttavia è facile capire che "la nostra società ha favorito costantemente lo yang a scapito dello yin: la conoscenza razionale rispetto alla sapienza intuitiva, la scienza rispetto alla religione, la competizione rispetto alla cooperazione, lo sfruttamento delle risorse naturali rispetto alla conservazione e via dicendo. Questo orientamento ha prodotto un profondo squilibrio culturale: uno squilibrio nei nostri pensieri e sentimenti, nei nostri valori e atteggiamenti, nelle nostre strutture sociali e politiche."
La mia riflessione nasce da queste teorie. Infatti, nonostante Capra faccia riferimento ad una cultura molto lontana dalla nostra e non si esprima riguardo l'arte, la sua analisi sottolinea la diversità evidente fra le due sfere, in particolare come sia diversa la loro sensibilità ed il pensiero stesso.
Nell'arte dunque questa polarità maschile-femminile si esprime con forme e contenuti diversi. Infatti l'arte delle donne, laddove ha potuto esprimersi nel corso dei secoli, affronta tematiche sconosciute all'arte degli uomini.
Al riguardo ho approfondito le figure di tre autrici che esemplificano questa diversità: Frida Kahlo, Saffo, Sylvia Plath.
"Il potere del patriarcato ha influenzato la nostre idee più fondamentali sulla natura dell'uomo, il linguaggio patriarcale usa forme linguistiche maschili per riferirsi insieme all'uomo e alla donna e le leggi del patriarcato furono accettate così universalmente da apparire leggi di natura".
Secondo la filosofia e la scienza cinese, l'ordine naturale è un ordine di equilibrio fra yin e yang, essa infatti afferma che "quando lo yang raggiunge il suo massimo, si ritrae in favore dello yin, quando lo yin raggiunge il suo massimo, si ritrae in favore dello yang."
Secondo la concezione cinese dunque "la personalità di ciascun individuo di sesso maschile o femminile, non è un'entità statica ma un fenomeno dinamico risultante dall'interazione fra elementi maschili e femminili"; tuttavia la sfera femminile e quella maschile sono diverse poichè la prima appartiene allo yin e la seconda allo yang.
Il pensiero yin è intuitivo e si fonda sull'esperienza diretta della realtà mentre quello yang è razionale, lineare e analitico.
Di questi due aspetti non ne esiete uno dannoso ma dannoso è lo squilibrio fra essi. Tuttavia è facile capire che "la nostra società ha favorito costantemente lo yang a scapito dello yin: la conoscenza razionale rispetto alla sapienza intuitiva, la scienza rispetto alla religione, la competizione rispetto alla cooperazione, lo sfruttamento delle risorse naturali rispetto alla conservazione e via dicendo. Questo orientamento ha prodotto un profondo squilibrio culturale: uno squilibrio nei nostri pensieri e sentimenti, nei nostri valori e atteggiamenti, nelle nostre strutture sociali e politiche."
La mia riflessione nasce da queste teorie. Infatti, nonostante Capra faccia riferimento ad una cultura molto lontana dalla nostra e non si esprima riguardo l'arte, la sua analisi sottolinea la diversità evidente fra le due sfere, in particolare come sia diversa la loro sensibilità ed il pensiero stesso.
Nell'arte dunque questa polarità maschile-femminile si esprime con forme e contenuti diversi. Infatti l'arte delle donne, laddove ha potuto esprimersi nel corso dei secoli, affronta tematiche sconosciute all'arte degli uomini.
Al riguardo ho approfondito le figure di tre autrici che esemplificano questa diversità: Frida Kahlo, Saffo, Sylvia Plath.
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