lunedì 28 dicembre 2009

2- Saffo

Frammento 31

A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli

e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce

Si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.

E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.

(tr. Quasimodo)

"Saffo descrive le folli sofferenze d'amore ogni volta traendo spunto dalla realtà stessa delle circostanze. E dove mostra la sua grandezza? Quando è straordinaria nello scegliere e nel connettere tra loro i momenti più intensi e acuti (....) non resti ammirato di come ripercorre nello stesso tempo l'anima, il corpo, le orecchie, la lingua, gli occhi, la pelle, come se fossero cose a lei estranee, e disperse: e passando da un posto all'altro gela, brucia, è fuori di sè, sragiona, è sconvolta dal timore e poco manca che muoia, tanto che sembra provare non una sola ma un groviglio di passioni? Tutto questo, accade a chi ama: ma come dicevo, la scelta dei momenti più intensi e il loro collegamento ha prodotto il capolavoro". (G. Guidorizzi)

Probabilmente l'occasione per la quale Saffo compone la poesia è un convito nuziale, quindi l'uomo che la donna sta guardando è lo sposo e "pari agli dei" riprodurrebbe una formula augurale connessa alla festa nuziale.
Ci sono due diverse interpretazioni del primo verso che cambiano radicalmente il significato del canto. Quasimodo e Catullo lo tradussero "a me pare simile agli dei" ma se ci si attiena alla versione del testo graco riportata sul trattato "Sublime", la traduzione diventa "a se stesso pare uguale agli dei".
Nel primo caso i sintomi descritti da Saffo sarebbero l'espressione di un' ardente gelosia nei confronti dell'uomo. Nel secondo sarebbe invece evidente la contrapposizione del personaggio maschile che si sente "simile agli dei" e quindi imperturbabile, e lo smarrimento della poetessa, in questo caso, segnalerebbe due modi di amare diversi: l'uno, quello dell'uomo, caratterizzato da sicurezza e, si sarebbe tentati di dire, da impassibilità; l'altro, caratterizzato da sbigottimento e coinvolgimento totale.
Saffo affarma di sentirsi vicina alla morte e descrive i sintomi della passione in un vero e proprio climax che parte dal petto per arrivare al volto. Saffo ci racconta il suo personalissimo modo di amare e lo contrappone a quello del giovane che sta per sposare la sua amata.
Concludendo si può dire che questo canto rappresenta un unicum sia a livello di esperienza amorosa che a livello di tecnica compositiva.

Parte seconda

1- Frida Kahlo
Frida Khalo é una pittrice massicana vissuta nella prima metà del '900. Questa donna ebbe una vita molto particolare e difficile perchè all'età di 6 anni si ammalò di poliomelite che le procurò una deformità permanente a un piede, inoltre nel 1925 fece un incidente in autobus che aggravò moltissimo la sua salute.
Il grande amore della sua vita fu Diego Rivera e a quest'uomo è legata gran parte della sua produzione artistica poichè Frida usò la pittura per esprimere la sua sofferenza e sappiamo che Rivera gliene procurò molta.
Frida è stata considerata una pittrice surrealista ma lei stessa affermava che "...non è vero. Non ho mai dipinto sogni. Ciò che ho raffigurato era la mia realtà."

Questo quadro è intitolato "Henry Ford Hospital" o "Il letto volante". Il 4 luglio 1932 a Detroit Frida abortì. La pittrica piccola e indifesa, è sdraiata su un grande letto davanti a un'ampia pianura e ci comunica una sensazione di solitudine e di abbandono, che riflette il suo stato d'animo in seguito alla perdita del figlio e durante la degenza in ospedale. L'impressione di abbandono viene aumentata dalla raffigurazione di un desolato paesaggio industriale all'orizzonte, davanti al quale sembra librarsi il letto d'ospedale. Il lunzuolo è intriso di sangue e sulla pancia ancora ingrossata per la gravidanza la donna tiene con la mano sinistra tre corde rosse, che sembrano vene, ai cui estremi sono legati alcuni oggetti- simboli della sua sessualità e della gravidanza interrotta. Il feto maschile di dimensioni esagerate è il bambino che ha perso, la lumaca sulla destra è il simbolo del concepimento, della gravidanza e della nascita ma è anche simbolo della lentezza dell' aborto stando ad una dichiarazione della stessa Frida. Il modello anatomico della parte inferiore del tronco posto in alto ai piedi del letto, e la parte di scheletro in basso a destra, indicano il motivo dell'aborto ovvero le lesioni della colonna vertebrale e del bacino che hanno impedito a Frida di portare a termine la gravidanza. Il pezzo di macchina in basso a sinistra è presumibilmente una parte di uno sterilizzatore a vapore, molto comune in quegli anni negli ospedali e infine l'orchidea violetta alla base del letto, secondo le parole di Frida, sarebbe il fiore che Diego le ha portato in ospedale e che per lei simboleggia la sessualità e i sentimenti.
Nel complesso questo quadro esprime tutta la desolazione e la tristezza infinita
di una donna dopo un aborto e si capisce come solo una donna che lo ha provato poteva riuscirci.


Questo quadro è intitolato "Autoritratto con i capelli tagliati". In questo dipinto, al posto dei tipici abiti femminili della maggior parte dei suoi autoritratti, Frida indossa un ampio vestito da uomo. Si è appena tagliata i capelli con le forbici che tiene ancora in mano. Una delle ciocche è appoggiata sulla coscia, le altre sembrano serpeggiare per la stanza. Il verso di una canzone sul margine superiore suggerisce il motivo dell'azione: "Vedi, se t'amavo era per i tuoi capelli;
adesso che sei rapata non t'amo più". Il testo è tratto da una canzone messicana, molto in voga nei primi anni quaranta, che viene illustrata dal dipinto in modo quasi scherzoso. Frida Kahlo, che come dice la canzone si sentiva amata solo per le sue qualità femminili, decise di rinunciare a esse e a quell' immagine di donna che le veniva richiesta. Si sbarazzò dei suoi capelli, simbolo di bellezza femminile e di sensualità, come aveva già fatto nel 1934/35 durante la separazione da Rivera. Inoltre rinunciò all' abito Tehuana, che piaceva tanto al suo ex marito, indossando in sua vece unabito maschile talmente ampio che avrebbe potuto essere del corpulento Rivera. Come unico attributo esclusivamente femminile le rimasero gli orecchini.


domenica 27 dicembre 2009

L' ARTE delle DONNE

Parte prima: Fritjof Capra "Il punto di svolta" (1981)
Grassetto

Il fisico e studioso di cultura orientale F. Capra, avvalendosi delle teorie di Toynbee, individua la genesi di una civiltà in un modello di interazione che chiama " sfida e risposta".
"Una sfida da parte dell'ambiente naturale e sociale provoca in una società. o in un gruppo sociale, una risposta creativa [...], la civiltà continua a crescere finchè la sua risposta positiva alla sfida iniziale genera un impeto culturale che trasporta la società al di là di uno stato di equilibrio, sino a raggiungere uno squilibrio per eccesso che si presenta come una nuova sfida". Questo comporta una nuova risposta creatrice, una nuova crescita e il conseguente squilibrio. Ai giorni nostri "benchè la corrente culturale principale si sia irrigidita aderendo a idee fisse e a modelli di comportamento stereotipati, sulla scena appariranno minoranze creative, le quali continueranno il processo di sfida e risposta". Questo processo evolutivo porterà delle traslazioni e la prima e più importante di queste è il declino del patriarcato.
"Il potere del patriarcato ha influenzato la nostre idee più fondamentali sulla natura dell'uomo, il linguaggio patriarcale usa forme linguistiche maschili per riferirsi insieme all'uomo e alla donna e le leggi del patriarcato furono accettate così universalmente da apparire leggi di natura".
Secondo la filosofia e la scienza cinese, l'ordine naturale è un ordine di equilibrio fra yin e yang, essa infatti afferma che "quando lo yang raggiunge il suo massimo, si ritrae in favore dello yin, quando lo yin raggiunge il suo massimo, si ritrae in favore dello yang."
Secondo la concezione cinese dunque "la personalità di ciascun individuo di sesso maschile o femminile, non è un'entità statica ma un fenomeno dinamico risultante dall'interazione fra elementi maschili e femminili"; tuttavia la sfera femminile e quella maschile sono diverse poichè la prima appartiene allo yin e la seconda allo yang.
Il pensiero yin è intuitivo e si fonda sull'esperienza diretta della realtà mentre quello yang è razionale, lineare e analitico.
Di questi due aspetti non ne esiete uno dannoso ma dannoso è lo squilibrio fra essi. Tuttavia è facile capire che "la nostra società ha favorito costantemente lo yang a scapito dello yin: la conoscenza razionale rispetto alla sapienza intuitiva, la scienza rispetto alla religione, la competizione rispetto alla cooperazione, lo sfruttamento delle risorse naturali rispetto alla conservazione e via dicendo. Questo orientamento ha prodotto un profondo squilibrio culturale: uno squilibrio nei nostri pensieri e sentimenti, nei nostri valori e atteggiamenti, nelle nostre strutture sociali e politiche."
La mia riflessione nasce da queste teorie. Infatti, nonostante Capra faccia riferimento ad una cultura molto lontana dalla nostra e non si esprima riguardo l'arte, la sua analisi sottolinea la diversità evidente fra le due sfere, in particolare come sia diversa la loro sensibilità ed il pensiero stesso.
Nell'arte dunque questa polarità maschile-femminile si esprime con forme e contenuti diversi. Infatti l'arte delle donne, laddove ha potuto esprimersi nel corso dei secoli, affronta tematiche sconosciute all'arte degli uomini.
Al riguardo ho approfondito le figure di tre autrici che esemplificano questa diversità: Frida Kahlo, Saffo, Sylvia Plath.